
Dal Cortile privato fatto di assi di legno consumati – attraverso una pedana in ferro – si accede alla Suite diretta-mente seduti in sella.
Già non sembra vero.
Tutto profuma di ferro e meccanica.

Il letto è montato su grossi carrelli della spesa e si sposta lungo la stanza lunghissima fatta di mattoni e voltini.
Fare manovra a motore spento per accomodare la Due Ruote accanto al letto è emozionante.

Un angolo è stato adibito a parete attrezzata piena di oggetti da meccanico: pinze, chiavi inglesi, brugole.
Tutto a disposizione per poter fare un veloce controllo alla “bimba”.

Il bagno industriale ha un fusto di petrolio come lavandino ed il portacartaigienica è la corona di una bici in disu-so.
Una vecchia stufa a gasolio è un portasaponette e le luci caschi da permanente anni 70.



Gli armadietti in ferro hanno calendari indecenti appesi all’interno, irresistibili da non sbirciare.
Trofei di gare passate, libri di moto, pneumatici di bici odorano di ore passate al lavoro.


Il portabiti è un carrello industriale appeso al soffitto.
Un chiodo di pelle nera e un paio di stivali da moto – forse dimenticati – mettono voglia di fare un giro con il vento tra i capelli.

Un vecchio semaforo giallo illumina l’ambiente e ricorda gare in motorini da ragazzi.
Quella sensazione di libertà che solo la prima sgasata regala.
